tim e jeff buckley a teatro a roma all asino che vola in zona appia

Reading - musicale scritto, diretto e interpretato da Francesco Meoni; con Vincenzo Marti (Chitarra e voce) - Lorenzo Soriano (tromba e flicorno) - Edyta Scibior (assistente).

Once i was, oltre la storia di Tim e Jeff Buckley, nasce dalla biografia di due musicisti americani - padre e figlio - vissuti fra gli anni 60 e gli anni 90, e sconfina in luoghi puri come cuore e fantasia. Once a was è una canzone di Tim Buckley, piena di ricordi esattamente come il racconto che porto in scena. Esprime tutta la nostalgia, l'impotenza e la suggestione di chi una volta è stato Tim, ma anche Jeff Buckley, quasi i due fossero le facce contrapposte di uno stesso long plain. La storia che racconto parte da quella canzone e si sposa esattamente con una mia urgenza. Desideravo indagare il rapporto padre-figlio, per ciò che era stata la mia vita familiare, volevo far luce sulle dinamiche, i vuoti e le mancanze, i sensi di colpa e le ragioni. Forse qualcuno mi sta chiamando … questa percezione è diventato il leitmotiv dello spettacolo: un richiamo che vive oltre le cose, proprio come nel destino dei Buckley, un padre e un figlio segnati dall'inevitabile. La musica li ha uniti e divisi, si sono inseguiti sfiorandosi appena, la vita ha disegnato per loro cerchi concentrici, spirali coincidenti di fatalità, una storia di maledetta dolcezza e ineluttabilità.

Ho seguito un desiderio emotivo, per immaginare una possibilità oltre le cose oggettive, una riconciliazione postuma, un confronto tra due uomini adulti, la gioia di una impossibile jam session insieme, la necessità di riparare ad una mancanza. Questa toccante ipotesi è il motore emozionale del mio sogno, e nella rarefazione di questo viaggio, la musica che suonano i due musicisti nello spettacolo non è la riproposizione delle cover dei Buckley ma una confluenza ininterrotta di note, parole, sentimenti ed emozioni. Un unico linguaggio musicale, dove le canzoni scaturiscono sempre dalla necessità di dire, dall' urgenza di spiegare, dalla solitudine o dall'incomprensione, trama emotiva di un unico disegno. Un disegno solo apparentemente incompiuto.