dal 17 novembre 2011 al 28 febbraio 2012

Il Vello d'Oro. Antichi tesori della Georgia

L'antico mito degli Argonauti e dei Paesi Caucasici come ponte culturale tra Europa e Asia. 185 preziosissimi pezzi provenienti dal Museo Nazionale Georgiano e le molte versioni del mito degli Argonauti.

Il Vello d

  Che la Georgia sia la mitica terra del vello d'oro, terra che ha visto l'estrazione del prezioso metallo sin dal IV millennio a.C., lo spiega il percorso della mostra, che parte da reperti rarissimi in oro filigranato del III e II millennio a.C. emersi dai primi kurgan (tombe a tumulo) della cultura "Trialeti", la cultura preistorica locale, per proseguire con altrettanto rari esemplari in bronzo risalenti al II millennio a.C. e ai primi secoli del I millennio.
L'antica Colchide raggiunse il momento di massima raffinatezza nella lavorazione dell'oro a partire dall'VIII secolo a.C., in parallelo alla sua comparsa nelle fonti letterarie greche come la terra di Medea e del vello d'oro. Dopo oltre quaranta anni di scavi a Vani, "la Pompei della Colchide", sono emersi oggetti risalenti al V e IV secolo a.C., periodo in cui la città e il regno giunsero al culmine della ricchezza e dello splendore, considerati la traccia più preziosa legata alla leggenda di Giasone e Medea. Gioielli in perfette condizioni di conservazione che testimoniano l'esistenza di una civiltà particolarmente sviluppata.
 
L'esposizione, dopo una serie di tappe che ha visto la splendida collezione di ori e bronzi georgiani toccare alcuni dei più importanti musei del mondo come il Getty Museum di Malibu, il Fitzwilliam di Cambridge, lo Smithsonian Institute di New York, gli Staatliche Museen di Berlino, approda ora a Roma arricchita di una serie di pezzi unici mai esportati prima d'ora dalla Georgia. La Georgia, come periferia estrema del mondo ellenistico, al crocevia di importanti culture come la Persia Achemenide, la Grecia delle colonie sul Mar Nero, gli Sciti cavalieri delle steppe, e l'Asia Minore, ha mantenuto una sua autonomia culturale e artistica restituendoci oggi un esempio unico di arte orafa e la preziosa testimonianza di una civiltà ancora tutta da scoprire.
 
Il percorso della mostra si snoda a partire dai primi oggetti d'oro e di bronzo ritrovati nei kurgan dell'ancora misteriosa cultura Trialeti (dal nome della località a sud di Tbilisi): collane, pendagli e gioielli di pietre semipreziose, per poi mostrare una serie di oggetti rituali di bronzo legati al culto di una dea solare caucasica. A seguire, alcuni dei più significativi reperti d'oro dai siti archeologici di Vani e Sairkhe, i principali centri amministrativi e politici del regno della Colchide. Tra gli oggetti di notevole interesse, una placca fermacapelli riccamente lavorata a traforo con scene di caccia, collane con pendenti a forma di animali e placche d'oro per la
 decorazione dei tessuti.
I reperti in bronzo provenienti da un santuario di Vani: piccole teste di satiri, menadi e un dio Pan testimoniano l'influenza delle colonie greche sul culto locale. Il percorso si conclude con alcuni straordinari esempi di gioielleria dell'antica Iberia, il regno "Kartli" della Georgia dell'est, per la prima volta in mostra in un museo straniero.
La cultura georgiana raccontata in questa mostra attraverso l'eccellenza della lavorazione dei metalli ci offre spunti che, oggi, potrebbero ricondurre il mito del vello d'oro non solo ad un racconto leggendario, ma ad un preciso riferimento con la fiorente civiltà documentata grazie alle recenti scoperte nei principali siti archeologici georgiani.


Curatore/i
Tiziana D'Acchille


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FONTE
Redazione laperitivo.it


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