Esposta sulla balconata esterna del Museo, l'opera, di grande impatto visivo, si rifà ad un rilievo proveniente dal Palazzo di Assurbanipal a Ninive, che rappresenta la deportazione di un gruppo di prigioniere babilonesi.
Cuore della scultura è l'immagine commovente di una donna che si china verso un bambino mentre la compagna, che reca con sé le sue poche cose, si volge indietro in un gesto di straziante rimpianto per la terra perduta.
L'opera contemporanea presenta una serie di sagome in lamiera metallica dipinta di rosso, ancorate a terra, alte circa 3 metri, che riproducono le figure rappresentate nel rilievo.
A dare il titolo all'installazione è il primo verso del salmo 137 che richiama il grido di dolore degli Ebrei deportati a Babilonia dal re Nabucodonosor, ma che può riportare alla mente infinite storie di popoli strappati dalle loro terre: tuttora lungo le stesse rotte geografiche si compie l'eterno dramma dei migranti, realtà di dolore e di speranza che segna la percezione della nostra storia quotidiana.
Lungo i fiumi di Babilonia rappresenta un'ottima occasione per richiamare l'attenzione del pubblico sulle opere di scultura antica raccolte da Giovanni Barracco e per approfondire diversi temi e spunti suggeriti dal percorso museale attraverso diverse migliaia di anni di storia del Mediterraneo, anche approfittando delle aperture serali dell'estate romana.
FONTE
Redazione laperitivo.it