Giunto al suo quarto lungometraggio, il 47enne regista messicano
Alejandro Gonzalez Inarritu abbandona il fidato sceneggiatore
Arriaga e le consuete strutture ellittiche, a decomposizione cronologica, inconfondibile cifra stilistica dei suoi film precedenti (
Amores Perros,
21 grammi il peso dell'anima e
Babel), per affidarsi allo schema inconsuetamente lineare della parabola (unica) di un uomo in caduta libera:
Uxbal (
Javier Bardem). Il ritratto paralizzante di un uomo a un tempo in lotta con la vita e con la morte, forse redento grazie all'amore per (e dei) suoi figli.
FONTE
Redazione laperitivo.it